Commovente l’ultimo addio al maestro Fujimoto, alla presenza di tanti allievi, amici e parenti. La scomparsa di una persona cara, soprattutto nel pieno delle sue energie, lascia sempre increduli, attoniti.
Di seguito troverete l'orazione funebre del presidente dell'Aikikai d'Italia, Franco Zoppi, il quale ha ripercorso i tratti salienti della vita professionale del Maestro. Una vita che conserva inalterato tutto il suo valore per quanto ha saputo creare negli anni, spesa alla diffusione dell'aikido e al rafforzamento quantitativo e qualitativo dell'Aikikai d'Italia.
Cari amici, oggi siamo riuniti in tantissimi per ricordare e rendere ancora un saluto al M° Fujimoto Yoji Shihan, 8° Dan Hombu Dojo, Vice Direttore Didattico dell’Associazione di Cultura Tradizionale Giapponese - Aikikai d’Italia- Non è assolutamente possibile in poche parole raccontare o rendere completa la figura di un uomo, di un Maestro. Mi perdonerete pertanto se commetterò qualche errore e per le inevitabili lacune, ma ciò che dirò, posso garantirvelo, esce dal mio cuore. Il mio incontro con il Maestro risale al 1978 quindi circa 7 anni dopo il suo arrivo in Italia e perciò dopo che Lui aveva già realizzato un lungo cammino nell’insegnamento dell’Aikido in Italia. Non conosco pertanto nei dettagli la sua vita in quegl’anni, ma da alcuni racconti fattimi direttamente dal Maestro e da altre persone che lo hanno conosciuto e frequentato in quel periodo so che i primi anni furono veramente durissimi e solo un uomo che aveva una grande personalità, forza e determinazione poteva superarli senza abbandonare. Sono sicuro che alla base del superamento di quelle difficoltà ci sia stato l’amore per la disciplina dell’Aikido, all’insegnamento della quale ha dedicato tutta la sua vita. Il Maestro è stato in questo instancabile e severo con gli allievi e con se stesso. Il riconoscimento del suo lavoro è davanti ai nostri occhi, la grande partecipazione a questa cerimonia di amici allievi e conoscenti, i messaggi giunti all’Aikikai d’Italia e alla sua famiglia da tante parti del mondo dove ha svolto la sua opera di insegnamento ne sono la testimonianza. Quanto sia stato grande l’uomo e il Maestro lo testimoniano inoltre gli ultimi due anni della sua vita durante i quali ha affrontato e combattuto a viso aperto la malattia, continuando la sua opera, anzi se possibile intensificandola. Ha lasciato in tutti i praticanti di Aikido un vuoto incolmabile, ma ha anche lasciato il suo insegnamento e quindi una grande responsabilità ai suoi allievi più diretti e a tutti noi: continuare nello studio dell’Aikido senza mai dimenticare i suoi insegnamenti che non sono patrimonio di qualcuno, ma sono patrimonio di tutta l’Associazione che Lui ha contribuito a sviluppare in maniera determinante. Permettetemi ora di porgere le mie condoglianze a Valentina, moglie e allieva del Maestro, che ha vissuto accanto a lui con grande coraggio e amore momenti così difficili e dolorosi, e a tutti i suoi familiari che vengono a perdere un affetto così importante. La riflessione su ciò che esiste oltre la vita è cosa personale di ognuno di noi. Io amo immaginare il Maestro riunito all’Energia dell’Universo, spirito presente sui tatami di tutto il mondo. Arrivederci Maestro |
Non è fuori dai nostri pensieri e dalla mente solo perché tolto alla vista, è solo come se fosse passato da un'altra parte, perché c'è una continuità che non si spezza tra chi parte e chi resta con lo sguardo rivolto al tramonto.
Rimane per tutti noi che abbiamo avuto la fortuna di conoscerlo, l’incomparabile eleganza del suo gesto, la ricerca della bellezza che animava la sua arte, la ricchezza umana che traspariva nell’atteggiamento ironico e a volte scanzonato, l’esempio dell’impavidità con cui ha affrontato la malattia e l'ineluttabilità del termine prematuro del suo cammino terreno.